Carnevaletto da tre soldi

Scritto da Federico Stango.

Il carnevale è per molti italiani una circostanza bizzarra: i bambini lo attendono con l'idea che in un momento non meglio precisato sul finire dell'inverno potranno vestirsi come i loro supereroi, tirare coriandoli e fare scherzi più o meno nefandi ad amici e parenti. Au contraire, spesso, i genitori e gli adulti in genere, si infastidiscono o si lasciano prendere da un pizzico di malinconia.

Il manifesto dell'edizione 2009 del Carnevaletto da tre soldiCerto, si potrebbe dissertare sulle origini latine del nome "carnem levare" ("eliminare la carne") poiché anticamente la festa, di tradizione cristiana, indicava i banchetti che si tenevano prima del periodo di digiuno e astinenza della Quaresima; si potrebbe ricordare il calcolo con cui stabilisce il giorno di Pasqua e da questo le date in cui si iniziano tradizionalmente i festeggiamenti. Da tutto questo sicuramente l'orbetellano "carnevaletto da tre soldi" ha tratto parte delle sue origini.

Una data è però soltanto un numero sul calendario, senza l'impegno di chi prima del giorno stabilito non dona tempo ed energie a far accadere qualcosa di speciale. Grazie proprio alla loro passione, nel 1953, un gruppo di orbetellani fra cui Angione, Nigido e Braccianti, diedero vita al tanto amato "carnevaletto da tre soldi" accompagnato dalle note del maestro Anteo Ercole che gli dedicò la canzone "E' Carnevale".

Dal 1953 ad oggi, tante volte i carri e le maschere hanno sfilato avanti e indietro per Corso Italia, perfetto coronamento per chi in questa manifestazione aveva tanto creduto. Con il passare degli anni, nonostante la scarsa attenzione delle autorità, l'evento si è trasformato in vera e propria tradizione portando sempre più cittadini, appassionati e turisti a godere dello spettacolo di coreografie ed i carri di una bellezza in grado di competere con quelli più famosi del Carnevale di Viareggio.

Qualcuno lamentava però che i carri fossero troppo mastodontici per circolare per il Corso; qualcuno obiettava che chiudere la via principale del passeggio cittadino e far pagare un biglietto fosse a dir poco anticostituzionale; qualche altro (che per il corso ci vive o ci viveva) era infastidito dal frastuono e dal vedersi i carri sfrecciare accanto al balcone (anche se, forse, "sfrecciare" non era proprio la parola giusta vista dimensione e peso dei mezzi); senza contare i rioni letteralmente inferociti dalle ripetute vittorie del carro di Neghelli i cui ragazzi, in effetti, erano spesso sul podio con la coppa in mano.

Ogni orbetellano ha la propria versione... fatto sta che a partire dal finire degli anni '90, per scelte non sempre condivisibili, la festa, di evidente impatto economico e culturale per la comunità locale, cadde nel dimenticatoio fino a chiudere i battenti.

Quanti ricordano le domeniche a sfilare per il centro con le maschere di gomma piuma e raso incollate e cucite con tanta dedizione? Quanti ricordano le serate in cui si andava al "New Line" a ballare prima della premiazione delle maschere e dei carri?

Forse adesso molti orbetellani di quei tempi saranno gli adulti colpiti da apoplettica malinconia nel veder tornare il "Carnevaletto da tre soldi" ma è anche vero che, proprio per una rinnovata vitalità e grazie al patrocinio del Comune di Orbetello, il 2009 segna l'inizio di una nuova era in cui sia i turisti che i cittadini, sia i bambini che gli adulti, potranno tornare a godere di una festività che da sempre apre le porte alla bella stagione.

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