Le cicale di mare

Scritto da Federico Stango.

I nomi dialettali utilizzati per questo crostaceo sono molti: sulle coste toscane e laziali solitamente la "Squilla Mantis", questo è il suo nome scientifico, prende il nome di "cicala di mare" anche se in alcune cittadine portuali (per ragioni storiche spesso legate all'ampia presenza campana) viene chiamata anche "canocchia" o "spernocchia". Non è raro trovarsi a parlare però anche di "pannocchie di mare" lasciando i più nel dubbio di qualche qualità molto particolare di mais.

Cicale di mareA prescindere dal suo nome, le cicale di mare si presentano ovunque con una colorazione bianco-grigiastra, quasi madreperlata, con due caratteristiche macchie ovali bruno-violacee simili ad occhi sulla coda (che ha anche funzioni natatorie). Proprio questa caratteristica colorazione della coda, insieme alla corazza munita di aculei che puntano in sua direzione, confonde i predatori e rappresenta un metodo di difesa per il crostaceo.

L'animale, solitamente lungo dai 12 ai 20 centimetri, ha un primo paio di arti (le pseudochele) composto di due lobi seghettati simili a quelle delle mantidi religiose con cui cattura le piccole prede di cui si nutre.La testa, ricoperta anch'essa da una robusta corazza, è munita di due paia di antenne e di altre due appendici mobili, su cui si collocano gli occhi.

Le cicale di mare sono piuttosto comuni in tutto il bacino mediterraneo e vivono su fondali sabbiosi o fangosi costieri ad una profondità variabile dai 10 ai 200 metri. Prediligono la foce dei fiumi o gli sbocchi dei canali. Solitamente solitari, vivono in gallerie scavate nel fondale dalle quali escono soltanto durante la notte alla ricerca di cibo o per la riproduzione ed è proprio nella tana che avviene la deposizione delle uova, sorvegliate dalla femmina fino alla schiusa.

La cattura avviene più facilmente dopo forti mareggiate che provocano la distruzione delle tane e nelle ore notturne, soprattutto con reti a strascico.

Nonostante sia facilmente reperibile tutto l'anno (con preferenza per la primavera, l'estate e l'inizio dell'autunno), la cicala di mare, ha carni molto saporite e di grande pregio, adatte sia ai primi che ai secondi. Ricordare di metterne sempre qualcuna ad insaporire le zuppe di pesce è un piccolo segreto che vale la pena non dimenticare.

Va consumata fresca per evitare un processo di disidratazione solitamente rapido che ne svuota quasi completamente il carapace. Dopo la cattura vive a lungo ed è consigliabile acquistarla viva proprio per essere sicuri della sua freschezza. In caso non fossero reperibili esemplari vivi (cosa piuttosto comune nelle grandi catene alimentari) occorre assicurarsi che il guscio sia compatto e non asciutto e screpolato o con parti sciupate e ingiallite. Deve emanare un lieve odore di salmastro.

Conservazione

Le cicale di mare sono crostacei molto delicati, che devono essere consumati o congelati il prima possibile. È possibile conservarli in frigorifero, ben coperti da pellicola alimentare o chiusi in un sacchetto freezer, per 1 giorno al massimo. Se sono molto freschi, è possibile anche congelarli, a -18°C, in appositi sacchetti ben chiusi, avendo l'accortezza di eliminare quanta più aria possibile. Si può così conservare 3 mesi.

Curiosità

Il nome mantis deriva dalla somiglianza fra le pseudochele di questo animale e le omologhe zampe della mantide religiosa, un insetto cacciatore; essa riesce a muovere la propria gamba anteriore toccando punte massime di 23 metri al secondo; una velocità che gli permette di raggiungere, colpire e sbriciolare il guscio della sua preda preferita, la chiocciola.

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